venerdì, Aprile 18, 2025

Isola del Lazzaretto Nuovo

Con la primavera ripartono le visite guidate all’isola del Lazzaretto Nuovo nel cuore della laguna di Venezia.

VISITE AL LAZZARETTO NUOVO

Nonostante il meteo un po’ bizzarro, la primavera è tornata e con essa sono riprese le visite guidate all’isola del Lazzaretto Nuovo, nel cuore della laguna di Venezia.
Si arriva con il vaporetto n. 13 da Fondamenta Nove, previa prenotazione della visita, e dopo una ventina di minuti si approda in questo angolo di laguna ricco di storia e di natura.

Si può subito partire con una piacevole passeggiata lungo il sentiero delle barene, per ammirare da vicino queste isole che con l’alta marea vengono completamente sommerse e presentano una flora molto singolare, come la salicornia e, in estate, il limonium di colore viola.

Oggigiorno l’isola del Lazzaretto Nuovo è visitabile grazie alle associazioni Ekos Club e Archeoclub di Venezia, i cui volontari hanno ripristinato e sistemato tutte le peculiarità presenti in loco e ogni anno le valorizzano attraverso numerose attività culturali.

STORIA DEL LAZZARETTO NUOVO

Le prime documentazioni di quest’isola risalgono all’XI secolo: all’epoca c’era una vigna murata e otto saline tutt’intorno, poi la presero in gestione i monaci di San Giorgio e solo nel 1468 diventò un lazzaretto, ovvero un luogo di quarantena preventiva per tutti coloro che arrivavano a Venezia dall’estero in tempo di pestilenza.

I metodi utilizzati non erano ovviamente quelli odierni, né tantomeno si era capita la vera causa scatenante di questi contagi, ma attraverso prove ed errori, i veneziani sono riusciti a decontaminare le merci ed isolare i vari equipaggi ospitati in cento casette a due piani che purtroppo sono andate completamente distrutte.
Quello che ci rimane è lo splendido “tezon grando”, una struttura coperta, suddivisa da vari muri interni, andati distrutti, e con un muro perimetrale che presentava varie aperture per permettere il ricircolo d’aria, murate purtroppo al tempo degli austriaci.
Tutte le merci venivano marchiate con i sigilli, l’isola era autosufficiente con orti, animali e pozzi e a capo di tutto c’era un priore con un medico della peste che ogni giorno controllavano “gli ospiti” e provvedevano a spedire al lazzaretto vecchio i malati.

Abbandonato nel corso del 1700 e poi utilizzato come avamposto militare dagli austriaci e dall’esercito italiano successivamente, il lazzaretto nuovo è stato abbandonato una seconda volta fino al 1977, quando le due associazioni hanno iniziato a creato questo ecomuseo, unico progetto non profit della laguna.

DA VEDERE

Oltre al sentiero delle barene, a splendidi gelsi secolari e ad un ecosistema ancora ben difeso, l’edificio più interessante è senz’altro il “tezon grando”, in parte utilizzato come deposito della sovrintendenza archeologica, ma in parte adibito a museo.
All’interno, oltre ad imbarcazioni, pannelli informativi, oggetti ed ossa rinvenute, si possono ammirare le numerose scritte lasciate dai mercanti e dai lavoratori: marchi commerciali, racconti, fatti storici.

Vengono ben descritti lo sviluppo della peste, le parole veneziane entrate nell’uso comune, i provvedimenti moderni adottati dal governo veneziano dell’epoca, nonché i ritrovamenti archeologici.

Fuori dal tezon e separato da un muro, c’è un antico casello da polvere da sparo, non collegabile con la parte sanitaria dell’isola, ma strutture disseminate nei vari possedimenti a partire dalla metà del 1500, per distribuire la polvere da sparo, evitando così di averla in un unico luogo, l’arsenale.

Per informazioni, visitate il sito www.lazzarettiveneziani.it


Buona visita